
TOTAL RECALL
FRANCO FINESSI
Total Recall (1990) – Ovvero perchè non riusciamo ad essere dei buoni coloni?
Vi è mai capitato ad una cena tra amici, facendo conversazione, di dire qualcosa del tipo “Oh,
conosco un film troppo brutto! LO DEVI ASSOLUTAMENTE VEDERE!”.
Ecco, è un po' quello che è successo quando ho conosciuto il buon Carlo che mi ha permesso di
scrivere questo articolo per 71Picture e come avrete già capito il film di cui parlavo durante la cena
in cui l'ho conosciuto è Total Recall (quello del 1990... perchè è meglio fingere che non ne esista
uno fatto nel 2012).
Ora, con “brutto” non intendo davvero brutto. Esistono film che in quanto riconosciuti
universalmente brutti non meritano di essere discussi e affrontati in un articolo (per questo
fingeremo non esista un Total Recall del 2012) e non è neppure quel “brutto” volutamente brutto
stile Z movie.
Total Recall è un bellissimo film ma è innegabile che sia un po' trash e ORGOGLIOSAMENTE
tamarro, violento e un po' ignorante (non eccessivamente).
Per darvi un'idea, il protagonista è Arnold Schwarzenegger... non ho detto Sean Penn, ho detto
Arnold Schwarzenegger, lo stesso di Commando (capolavoro del 1985, ma avrò modo di
riparlarne), e proprio perchè c'è Schwarzy (<3) capite immediatamente che non si tratta di un film
da Sundance Festival.
Se non bastasse il protagonista a definire il genere di film, partiamo subito dalla prima scena:
in un sogno (OPS! SPOILER. Beh, non ho intenzione di fare attenzione agli spoiler, se state
leggendo un articolo su Total Recall senza averlo mai visto, ve li meritate!) Schwarzy/Douglas
Quaid passeggia in tuta spaziale con una donna (Rachel Ticotin/Melina) su Marte ma
improvvisamente cade, rompe il casco e ci regala una scena meravigliosa (e, se come me amate i
meme avrete già visto migliaia di volte in qualche Gif)

Ecco, concentriamoci su questo fantoccio di silicone (o plastica scadente di Wallmart, chi può
dirlo?) a cui si ingrossa la testa e con gli occhi fuori dalle orbite: potremmo discutere per ore sulla
realizzazione e sul risultato finale di questo effetto speciale,
-è fatto bene? Per me, trattandosi del 1990, è fatto DA DIO (e poiché questo misero articolo non è
una democrazia ma una monarchia illuminata, ho ragione IO);
-è comico? Certo, è un uomo con gli occhi che escono dalle orbite! E' quel raccapricciante ma allo
stesso tempo comico, un po' come Zio Tibia (e se non sapete di cosa sto parlando non voglio dire
che non avete avuto un'infanzia, non sono quel genere di persona, ma esiste Google);
-rende l'idea? Assolutamente sì! Ragazzi, è un tizio che muore soffocato in assenza di atmosfera! Fa
ridere ma io lo immagino proprio così.
Per me questo effettaccio (detto alla buona) rappresenta l'anima del film:
può essere un po' antiquato e proprio per questo comico ma FA IL SUO DOVERE (e soprattutto
non la vedi una cosa del genere in un film con Sean Penn. Non so perchè oggi ce l'ho con Sean
Penn. In realtà lo adoro da quando ho visto “Fast Times at Ridgemont High “... e ripeto: se non
sapete di cosa parlo esiste sempre Google).
Torniamo a Total Recall, Douglas si sveglia dall'incubo con accanto sua moglie Lori (una bellissima
Sharon Stone. Quando vidi questo film da bambino me ne innamorai e non sto scherzando) e
ovviamente parte una scena di scambio di effusioni tra i due (qualcuno ha detto “Tits or GTFO”?
Mi dispiace ragazzi, la Stone rimane vestita... ma avrete modo di essere accontentati più avanti).
Per farla breve a Douglas viene il pallino per Marte per colpa di questo sogno ricorrente e cerca di
farsi impiantare nella memoria un falso ricordo di una vacanza su Marte nella quale è un agente
sotto copertura che deve salvare la “bella” e il pianeta rosso, peccato che prima che il ricordo possa
essere impiantato si scopre che è davvero così (più o meno) e tutta la sua vita, moglie e colleghi
inclusi fanno parte di un complotto per tenerlo sulla Terra e non lasciarlo andare su Marte... quindi
lui va su Marte.
“Non puoi riassumere una trama in modo così approssimativo!” [dice qualcuno in Voice Over]
Ricordatevi che siamo in una monarchia illuminata e io sono il re, se riassumo tutto in modo così
cialtronesco è perchè voglio che il film lo vediate (se siete così sciocchi da continuare a leggere
queste righe senza averlo ancora visto)! Non vi descrivo ad esempio le bellissime/ignorantissime
scene di combattimento tra Schwarzy e i cattivi (non siamo ai livelli del compianto Roddy “Rowdy”
Piper che senza motivo fa un piledriver sul povero Keith David nel capolavoro “Essi Vivono”... ma
quasi, però crivella di colpi e fa malissimo a un sacco di gente per tutto il film).
Non sto a soffermarmi neppure su elementi di estremo interesse (marchio di fabbrica degli scritti
del nostro amato Philip K. Dick) come gli innesti di memoria e il dualismo sogno/realtà perchè
quello che davvero mi colpì di Total Recall quando lo vidi da bambino (oltre a Sharon Stone) fu LA
COLONIA TERRESTRE SU MARTE.
Una colonia dove vige un regime oppressore che trae profitto persino dalla vendita dell'ossigeno,
dove i lavoratori sono stati lasciati morire o mutare a causa delle radiazioni, insomma: UNA
FIGATA. Cioè, non è una bella visione del futuro ma per il me bambino era una visione nuova,
originale. Per me i mutanti erano quei fighi degli X-men, invece questi di Total Recall, pur avendo
poteri psichici, erano orribili!
Giusto per darvi un'idea:

(cosa vi avevo detto? Quelli che “Tits or GTFO” sarebbero stati accontentati)
Da bambino adoravo i ribelli di Total Recall, così come poi avrei amato i ribelli delle colonie
spaziali di Gundam, i ribelli della Civil War Marvel e il più bel ribelle di tutti: Roy Batty in
Bladerunner.
“Non dare ossigeno ai coloni era una vigliaccata troppo grossa, era giusto ribellarsi” pensavo così
da bambino guardando questo film e lo penso ancora adesso.
Adorai da subito anche lo spirito ancora anni 80 del film: la presenza di una “linea comica” simil
Eddie Murphy, le incredibili pacche sulle palle che riceve Schwarzy durante il film, il cattivo
SUPER-cattivo senza scrupoli e anche quelle orribili macchine per nulla futuristiche che sembrano
più dei Golf Cart corazzati (che problemi avevano negli anni 80 e inizio 90 nell'immaginare le
vetture del futuro? Perchè le immaginavano tutte squadrate e scomode? Certo, nessuno avrebbe
potuto prevedere qualcosa di orribile come la Smart, ma non capisco perchè immaginare solo
macchine-scatolette)

Da piccolo non sapevo chi fosse il regista di Total Recal, quando con gli anni ho scoperto che si
trattava di Paul Verhoeven, lo stesso di Robocop e Starship Troopers, ho capito perchè queste tre
opere mi avevano catturato così tanto: erano state in grado di trasportarmi anima e corpo in mondi
distopici pieni di ingiustizia, in pianeti lontani dove regna la violenza e il mio cuore da bambino
(ancora illuso, ancora capace di grandi emozioni anche solo nel trovare un Dragonite argentato nella
busta delle carte Pokemon) non poteva accettare tutto quello. La ribellione doveva vincere, i
“buoni” dovevano vincere, il protagonista doveva vincere e io tifavo per lui.
Sentire Arnold Schwarzenegger in lingua originale è qualcosa di traumatico, se lui con quel suo
accento austriaco viene fatto “recitare” (le virgolette sono d'obbligo), allora il me bambino poteva
diventare quello che più desiderava (anche il miglior allenatore di pokemon. Ovviamente parlo del
“me bambino” perchè ormai, alla soglia dei 30 riesco a permettermi a mala pena le sigarette,
figuriamoci delle carte pokemon argentate e sbrilluccicose); ma per me aver messo proprio
Schwarzy come protagonista è una mossa geniale! Arnold all'epoca era già l'attore di grandi pietre
miliari come Conan, Terminator, Predator, The Running Man (quest'ultimo meno conosciuto
assolutamente da vedere) ma soprattutto di Commando (ve l'avevo detto che ne avrei parlato).
Commando è un Taken (film del 2008) versione 1.0, solo che qui Schwarzy per riprendersi la figlia
dai cattivoni fa una mattanza stile Rambo e da solo annienta un esercito.
Per darvi un'idea, si concia così:

Schwarzy era l'eroe per antonomasia, era il papà che tutti vorrebbero, disposto a fare di tutto per sua
figlia
“Complesso di Elettra!” [dice qualcuno in Voice Over]
Quindi chi meglio di lui per attuare la rivoluzione su Marte?
Ah, la rivoluzione consiste nel far esplodere un reattore nel centro di Marte costruito dagli alieni
mezzo milione di anni prima, in modo che l'esplosione sciolga il ghiacciaio all'interno del pianeta,
crei un'atmosfera e liberi ossigeno su tutto il pianete.
“Non puoi rovinare la trama così! Hai praticamente rovinato il film a tutti!” [dicono sempre le voci
nella mia testa in Voice Over, ma se qualcuno ancora non si fosse visto il film a questo punto se lo
merita]
Arriviamo finalmente a un punto che mi tormentava da adolescente mentre riguardavo questo film
(si, certi film vanno visti e rivisti in diverse fasi della propria vita per capirli meglio):
Noi essere umani siamo delle merde?
Davvero, me lo chiedevo spesso e la scusa “tanto è solo un film di fantascienza” non può reggere.
Come imparai inseguito, la bellezza della letteratura distopica e sci-fi è che spesso allontana il
tempo e lo spazio degli avvenimenti (nel futuro e su altri pianeti) per parlare in realtà di qualcosa di
attuale e contemporaneo, e poiché spesso la storia si ripete, anche cose scritte dal buon Philip Dick
tempo fa sono ancora attuali.
Se analizziamo la storia dell'umanità, ci sono sempre state sopraffazioni su popolazioni non più
deboli, ma semplicemente con un progresso tecnologico più arretrato di altre. Se prendo ad esempio
la storia americana e le sopraffazioni ai danni dei pellerossa o il colonialismo inglese in India, non è
per prendermela con un “nazione” o un “popolo” in particolare ma è per riflettere sul fatto che nella
nostra storia ci sono stati abusi perpetrati da uomini su altri uomini, allora come possiamo dire che
il futuro che ci attende non sia poi tanto diverso da quelli descritti da Dick nelle sue opere?
Non ridete di me, non sono pazzo (forse), a volte rifletto sul fatto che viviamo in un'epoca in cui
Elon Musk sta cercando di far arrivare per la prima volta gli uomini su Marte perchè è lui stesso a
dire che in futuro, se resteremo sul pianeta Terra, finiremo con estinguerci e la nostra unica speranza
e diventare una “specie multi-planetaria”.
Per quanto possa essere lontano il compimento della prima missione di Musk su Marte, negli
Emirati Arabi stanno già progettando una città/colonia per ricreare le condizioni presenti su Marte,
vuol dire che gli sforzi per colonizzare altri pianeti sono già reali e concreti, anche se ancora in fase
di preparazione.
Forse io non vedrò nulla di tutto questo (se continuo a bere e fumare come faccio ultimamente) ma
forse i miei figli sì (anche se dubito avrò dei figli, tutte quelle ore passate a vedere film sdraiato con
il PC sul pacco mi avranno reso sterile, inoltre al momento non saprei con chi farli e non penso sarei
un buon genitore, l'unico cimelio di famiglia che potrei lasciare loro sarebbe una carta Pokemon di
Dragonite... argentata e sbrilluccicosa. Se avessi una bimba però vorrei chiamarla Irene).
Saremo ancora essere umani di merda quando arriveremo su Marte (perchè se abbiamo mandato
una povera cagnolina nella spazio e Arnold Schwarzenegger non solo recita, ma è stato pure
governatore della California, allora SICURAMENTE arriveremo su Marte)?
Creeremo due caste separate, opposte e con diversi diritti tra “terrestri” e “coloni”?
Troveremo in qualche colonia spaziale del Gundarium con il quale costruiremo enormi robot giganti
o verremo prima uccisi dai Cyloni?
Ma forse l'unica domanda seria è: riusciremo a smettere di approfittarci di altri essere umani e
riusciremo a smettere di dividerci in classi in base alla capacità di consumo prima che arrivi il
futuro?
Non so nulla di tutto questo, so solo che su Marte sono stati trovati dei ghiacciai, quindi per
l'ennesima volta Dick ci aveva preso, dobbiamo solo ricordarci che Schwarzy è ancora qui sulla
terra, un po' acciaccato alla soglia dei 70 anni, forse non è più il padre spacca-culi che tutti
vorremmo ma io sarei contento anche se fosse solo mio nonno.
P.S. Anche Sharon Stone è ancora qui sulla terra, è in gran forma, ma io con gli anni mi sono
innamorato di Valeria Golino
